Campi di concentramento ieri e oggi.

La Giornata della memoria nella Sala Periz a Bella

Mario Coviello
4 min readJan 30, 2020
La locandina degli eventi.

Il 27 gennaio, è il giorno della memoria. 75 anni fa, le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, la più feroce macchina della morte nazista. 75 anni anni fa, aveva fine il genocidio degli ebrei e la follia nazista di privare della libertà e sterminare 6 milioni di uomini solo perché ritenuti inferiori.

E’ necessario ricordare perchè tutto questo non accada più e l’Amministrazione Comunale di Bella con il presidente del Consiglio Comunale Vito Leone, la vicesindaca Angela Carlucci, gli assessori Giulia Cristiano, Gregorio Troiano e Carmine Ferrone hanno voluto continuare questa importante tradizione con due eventi alla Sala Periz, che offre con i suoi nuovi impianti una limpida visione dei films e un suono dolby stereo avvolgente.

Il film che è stato scelto è “Monsieur Batignole”del 2002, diretto da Gérard Jugnot, che ne è anche il principale interprete. Edmond Batignole è un piccolo bottegaio nella Parigi del 1942 occupata dai nazisti. Uomo mediocre, né collaborazionista né perseguitato, approfitta egoisticamente della disgrazia dei vicini — una famiglia di ebrei denunciata alle autorità da suo genero — per occuparne l’appartamento. Quando però Simon, il figlioletto dei vicini fortunosamente scampato alla deportazione, bussa alla sua porta, Edmond si impietosisce e, in modo rocambolesco, aiuta il bimbo a rifugiarsi in Svizzera assieme a due cuginette.
Sulle orme di Benigni, Jugnot realizza un film in equilibrio tra gravità e leggerezza, tra impegno civile e gusto romanzesco, rivisitando con emozione uno dei capitoli più controversi della storia francese.

Monsieur Batignole in fuga con Simon e le sue due cuginette.

Nel pomeriggio alle 18,00 il film è stato introdotto da Vito Leone e Angela Carlucci per un pubblico di adulti consapevoli e partecipi.

Al mattino la Sala Periz ha accolto gli alunni della scuola media di Bella, S.Antonio Casalini e San Cataldo che, accompagnati dai docenti, hanno seguito la proiezione con attenzione e partecipazione. In classe poi, anche nelle ore pomeridiane del tempo prolungato hanno approfondito il significato della giornata perchè 75 anni dopo, la storia non è ancora finita. Perché di campi di concentramento, oggi, è ancora pieno il mondo.

Ci sono campi di concentramento in Corea del Nord, circa una ventina, in cui i detenuti sono prigionieri politici, detenuti senza processo e senza una data di uscita, spesso con l’unica colpa di essere parenti di un presunto dissidente. I prigionieri sono schiavi denutriti che spaccano rocce o trascinano tronchi d’albero dalle 4 di mattina alle 8 di sera, e dormono su assi di legno, in baracche non riscaldate in cui la temperatura raggiunge i meno 20 gradi d’inverno. Che quando muoiono, vengono sepolti nudi, perché la loro unica uniforme serve per vestire il prossimo prigioniero. In questi campi vivono oggi dalle 80mila alle 120mila persone.

Ci sono campi di concentramento in Cina e si chiamano Laogai.
Nei Laogai vengono detenuti i prigionieri politici, donne e uomini che hanno la sola colpa di appartenere a minoranze etniche come tibetani, mongoli, uiguri. Nei Laogai i prigionieri lavorano 18 ore al giorno, a ritmi disumani, puniti con la denutrizione e la tortura se solo rallentano il ritmo del lavoro. Diverse testimonianze parlano di condanne a morte sommarie ed espianto di organi su persone vive, anche se il governo cinese ha sempre negato le accuse.
Si stima che oggi in Cina ci siano circa 1045 Laogai e vi siano imprigionate circa 8 milioni di persone.Ci sono campi di concentramento a Myanmar, in Malaysia, in Bangladesh.

Giornata della memoria 2020

Ci sono campi di concentramento anche negli Stati Uniti d’America di Donald Trump. Come quello di Clint, nel Texas, a pochi chilometri da El Paso e dal confine col Messico, dove nel 2019 sono stati trattenuti 250 minori non accompagnati in condizioni disumane, costretti a dormire sul pavimento, a lavarsi ogni tre giorni, senza dentifricio né sapone, senza alcun programma d’istruzione, in una situazione di emergenza sanitaria.
Ci sono campi di concentramento in Turchia, in cui vivono circa 3,6 milioni di rifugiati siriani.Bambini, adolescenti e donne abbondano anche nei campi di concentramento in Libia.

Scusate se ce ne siamo dimenticato qualcuno, se non parliamo di Iraq, di Siria, dei Paesi dell’Asia Centrale, dell’Eritrea e della Repubblica Centrafricana.

Pensiamoci, però. Pensiamo che mentre noi ricordiamo gli orrori di 75 anni fa, milioni di persone in tutto il mondo il 27 gennaio 2020 si sono svegliati vivendo quello stesso orrore.
E l’hanno vissuto ieri.
E lo vivranno domani.
Nel giorno della memoria e ogni giorno ricordiamoci anche di loro.

Bella 30 gennaio 2020

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Mario Coviello
Mario Coviello

Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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