Il Natale di quando ero piccola ( Ottava parte).
Il 20 dicembre 2021, durante il nostro ultimo incontro, ho raccolto le testimonianze sul Natale di altre socie dell’Associazione “ Donne 99 “ di Tito. Ecco il loro racconto.
Giovanna Giosa, nata il 2 febbraio 1956.
Dei Natali di quando ero proprio piccola non ricordo nulla.Ho ricordi delle feste natalizie da quando ho cominciato ad andare a scuola. E’ a scuola che ho sentito parlare dell’albero di Natale. Ricordo una maestra che passava sempre per andare in una scuola di campagna vicina al mio podere, che si era affezionata a noi perché la mamma le regalava sempre qualche uovo, qualche cosina. Questa insegnante ha cominciato a volermi bene e, anche se io ero piccola, mi portava a scuola con lei , prima che avessi sei anni. Quando arrivo’ Natale mi regalò una scatola di palline e mio padre, con la scusa di queste palline, ha tagliato un ramo e abbiamo fatto l’albero di Natale con queste palline e alcuni mandarini. Mamma, quando scendeva in paese, mi comprava delle caramelle e io con il filo le legavo e facevo delle collanine di caramelle e le appendevo all’albero come i fili argentati e dorati.
Mio padre, che portava tutte le mattine il latte in latteria, se facevo la brava, mi portava le cioccolate a forma di formaggino, di tom e di altre formine, avvolte nella carta argentata e dorata e con alcune figurine.
Per la Befana mi ricordo che mamma mi diceva “ Oggi devo fare una lettera alla Befana per vedere se ti compra un paio di scarpe perché quelle che hai sono troppe piccole per te che sei cresciuta.” E ricordo che la Befana mi portò proprio un paio di scarpe. Era proprio l’anno in cui andavo a scuola in prima elementare.Negli anni seguenti facevo l’albero e appendevo sempre le solite palline della maestra e continuavo ad avere qualche cioccolata e qualche caramella. Con il passare degli anni è arrivato il benessere e abbiamo addobbato l’albero un poco di più.
La vigilia di Natale la tavola rimaneva sempre apparecchiata e quanta più roba c’era si mangiava: zeppole, peperoni, baccalà, torroni che facevamo noi, la pasta cresciuta. Stavamo tutti insieme: nonni, zii, cugini e si aspettava la mezzanotte per andare a messa. Dalla campagna scendevamo in paese a casa degli zii, prima che facesse buio. Se il 24 stavamo in campagna non scendevamo in paese e andavamo a messa la mattina del 25. La letterina la leggevamo il giorno di Natale durante il pranzo.