Il Natale di quando ero piccola ( quattordicesima parte ).

Continua il racconto del Natale di una volta delle donne dell’Associazione “ Donne 99” di Tito.

Mario Coviello
4 min readJan 1, 2022

Carmela Santopietro: “ Una Befana da ricordare.”

Sono nata nel 1957,figlia di una famiglia patriarcale, l’ultima di sette figli. A casa mia, a Natale c’è sempre stata una grande festa. Mio padre e mia madre ci hanno sempre trasmesso il gusto delle feste..Natale..Pasqua, Sant’Antonio.., siamo stati sempre tutti insieme. Eravamo tanti figli, io ero la più piccola con mio nipote che aveva la mia stessa età e l’altra mia nipote che aveva tre anni meno di me. Mi ricordo che la sera della vigilia di Natale, anche se andavamo a dormire a mezzanotte. l’una, la tavola non si sparecchiava. Si rimaneva tutto così com’era perché , secondo la tradizione, la notte veniva la Madonna ad asciugare i fasciatoi di Gesù Bambino. E si metteva nel fuoco il ceppo più grande che c’era e così il fuoco durava fino alla mattina dopo.I giovani oggi non ci credono a queste cose, noi ci credevamo e come.

Pure noi con queste letterine…A casa mia c’era una fornacella, quelle bianche che si usavano una volta,..tutta di mattonelle e salivamo sopra la fornacella per farci vedere meglio quando leggevamo.E facevo a gara con i miei nipoti per vedere chi leggeva meglio la letterina.Mio padre sempre con questo piatto che barcollava per queste letterine sotto e alla fine ci dava sempre i soldi. Allora Babbo Natale non esisteva, esisteva solo l’Epifania e noi con questi soldi..c’era “Pasqualina “ a zopp” quella era sempre aperta,a Natale, a Capodanno, anche il giorno della Befana, e noi andavamo subito a comperare qualche cosa per l’albero.

Mio fratello era tremendo e molto viziato da mia mamma. Io andavo a comprare le palline per l’albero e lui comperava le cioccolate e le appendeva all’albero. Puntualmente io il giorno dell’Epifania spogliavo l’albero e conservavo le palline in uno scatolo e lui mangiava la cioccolata e non me ne dava neanche una. Io dicevo…” Ma dammene una,..fammela almeno assaggiare…” e lui mi rispondeva.. “Ah, tu hai comperato le palline e mangiati le palline, io ho comperato il cioccolato e me lo mangio tutto io..” Veramente dispettoso.

Comunque ho bei ricordi e ancora oggi ci tengo con le mie figlie, con le mie consuocere..Mi piace stare insieme agli altri durante le feste e cucino sempre io. Anche se vado a mangiare a casa delle mie figlie. Cucino sempre io e porto a casa loro. Dalle consuocere ognuno prepara qualcosa e poi mangiamo tutti insieme. Ricordo una particolare Epifania.

Io credevo molto nella Befana e la sera quando andavo a letto pensavo..” Stanotte la Befana non mi deve ingannare….devo rimanere sveglia…” E puntualmente mi addormentavo.La mattina mia madre mi faceva trovare non la calza comperata al negozio, ma una sua calza nella quale metteva di tutto..mandarini, noci, castagne, il carbone vero quello del fuoco. Un giorno a mio fratello, sempre lui il viziataccio, lo aveva preso a benvolere una famiglia che stava vicino casa nostra, erano tre zitelle, e lui stava sempre là,più a casa loro che a casa nostra. Cosa è successo ? Queste tre zitelle fecero la calza e la portarono a casa nostra. La mattina quando ci alzammo trovammo due calze: la mia e quella per mio fratello. Vado a prendere la mia calza e trovo..il mandarino, la noce..fino in fondo…niente. Mio fratello apre la calza sua e alla fine, alla fine trova un’armonica a bocca. Io..i pianti che mi feci quella mattina..mi rotolavo per terra…” Perché a lui sì e a me no ?…” Piangevo perché non capivo…avevo subito un’ingiustizia.E piangevo e nessuno mi poteva consolare.

Mio padre si arrabbiò molto con mia madre. Li sentivo che litigavano nella camera da letto.. “ Sei proprio cretina..se lo sapevi..perché non hai messo una cosa anche a questa..Perché a quello sì e a questa no.. ?”. Mia mamma rispose… “E che ne sapevo ?” . Mio padre venne in cucina e mi disse “ Ecco figlia mia, ti dò cento lire..Lasciala stare quella sciancata della Befana.. e vai a comperarti quello che vuoi.” Andai dall’amico di “ Maccaron” che vendeva giocattoli e ho comperato un tavolinetto rosso di plastica con sei sedioline e mi ritirai a casa tutta felice e contenta e mio padre mi disse “ Hai vist a papà che te ne freg de la Befana..nun la pensà, nun pensà proprio chiù a nient…”. Questo fatto mi è rimasto impresso, eravamo molto creduloni. E comunque era molto, molto più bello di adesso perché eravamo innocenti, eravamo più semplici, ci accontentavamo di poco…Per non dire poi che un volta mio padre, che lavorava fuori, andò a Potenza e comprò il primo albero finto, non quei rami veri tutti storti. E quando lo vidi arrivare che saliva le scale con quest’albero di Natale sotto il braccio che aveva comprato da mia cugina che aveva un negozio a Potenza fu la felicità più grande. Anche perché, oltre l’albero, mi portò un bambolotto grande così con un ciucciotto in bocca. E quella volta, era prima di Natale, facemmo un’albero molto bello….

Tito 1 gennaio 2022

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Mario Coviello
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Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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