Il Natale di quando ero piccola ( quindicesima parte.)

Ultima parte dei racconti del Natale di una volta delle donne dell’Associazione “ Donne 99” di Tito

Mario Coviello
3 min readJan 1, 2022

Carmela Giuzio: Il mandarino da mangiare subito

Sono nata il 24 gennaio del 1941. La mia infanzia è stata un poco dolorosa perché eravamo senza il papà. Piano piano siamo diventati grandi, ci siamo aiutati fra di noi. A Natale era festa perché i familiari si riunivano. Era una cosa bella.C’era sempre la riunione di tutta la famiglia nei giorni di festa e noi che eravamo piccoli giocavamo e bisticciavamo.Non facevamo l’albero di natale, non esisteva proprio. Mia mamma la sera della Befana conservava qualche mandarino, qualche noce e mio fratello non voleva aspettare la sera della Befana e pregava tutte le sere mia madre di andare a prendere quello che avevamo. Era un mandarino, una noce, una castagna, non era chissà che cosa. Solo da sposata ho fatto l’albero, il presepe per i miei figli, perché la mia vita è migliorata. Da piccola eravamo poveri e queste cose non esistevano.

De Stefano Assunta: Il pranzo di Natale con la frutta conservata nelle casse con il grano.

Sono nata nel 1943, verso la fine della seconda guerra mondiale. Erano tempi tristi. Quando avevo cinque o sei anni, mi ricordo, ero la settima figlia, eravamo in famiglia dieci persone, la sera della vigilia di Natale era particolare, si dovevano mangiare tredici cose: olive, vino…. Era una cena solenne perché una volta tanto si mangiava tutti insieme, solo noi della famiglia, allora non si invitavano altre persone, perché, invece tutti i giorni, mangiavamo qualcosa in fretta, perché avevamo tutti da fare. Cucinava la mamma con le mie tre sorelle più grandi. Per cucinare non c’era problema, era la roba che mancava. Mia madre, per il pranzo della vigilia di Natale conservava qualche frutto, mele, pere, nelle casse del grano, seccava qualche fico. C’era la pasta di casa i tagliolini, il baccalà, i peperoni ripieni sotto aceto con alici,zepppole con la pasta di pane lenta, lenta. Ancora oggi le facciamo. E le canestrelle con miele e zucchero. Solo dopo tanto tempo, cominciò ad arrivare da fuori qualche camion con la frutta.Questo era il pranzo della vigilia. A mezzanotte si doveva andare in chiesa perché nasceva il Bambino. Quella era la tradizione, dopo la cena si andava in chiesa.In chiesa facevano scendere il Bambinello dall’alto. Era molto bello e noi piccoli eravamo tutti curiosi di vedere il Bambino che scendeva dalla stella cometa del cielo, giù nella capanna. E ancora adesso ad Abriola fanno così.

Tito 1 gennaio 2022.

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Mario Coviello
Mario Coviello

Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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