Quando, come e perché abbiamo scritto il libro “ Raccontare storie per costruire ponti tra le generazioni”.
Tutti i popoli della storia hanno fatto uso della narrazione.La narrazione appartiene a tutte le culture, sia quelle che conoscono la scrittura sia quelle che la ignorano. Il pensiero narrativo è da sempre una funzione del tutto normale e comune ed è più accessibile di altre forme di pensiero. Sia la nostra esperienza immediata, quello che ci è successo ieri, sia il nostro vissuto passato, li esprimiamo in forma di racconto. E’ attraverso il meccanismo della narrazione che l’essere umano costruisce la sua realtà, il suo mondo da sempre : il racconto dà forma alla nostra esperienza.
Jerome Bruner, psicologo cognitivista sostiene che la narrazione non è solo un piacevole passatempo, ma è uno dei meccanismi psicologici fondamentali per l’individuo e per i gruppi sociali e culturali. Egli scrive che la narrazione è efficace per la crescita individuale e sociale se parte dal cuore della narrazione che è la crisi. Bisogna raccontare a partire da crisi passate e attuali, indagare sulle cause e motivazioni e abbozzare un possibile futuro.
UNICEF Potenza ha affrontato con l’Associazione “ Donne 99” di Tito la crisi pandemica costruendo e realizzando il progetto “ Narrare storie per costruire ponti tra le generazioni”. Per rispondere all’isolamento forzato nel 2020 e con maggiore continuità nel 2021, con incontri quindicinali nella biblioteca “ Lorenzo Ostuni”di Tito e con la rete utilizzando i social, il presidente del Comitato Provinciale UNICEF di Potenza Mario Coviello e le donne dell’Associazione “ Donne 99” di Tito, coordinate dalla presidente Luisa Salvia, combattendo contro limitazioni, giustificate paure, le angosce causate dal covid, hanno avuto il coraggio di uscire di casa e ritrovarsi in cerchio, con la mascherina, per raccontarsi e ritrovare un senso, nutrire la speranza.
UNICEF Italia, in occasione del 75° anniversario dell’inizio delle sue attività in Italia, ha promosso un concorso che chiedeva testimonianze di persone che avevano conosciuto l’UNICEF e le sue campagne per combattere la fame dell’immediato dopoguerra in Italia. Partendo da questo invito il gruppo ha deciso di raccontare le esperienze vissute da bambine in guerra, la loro vita in famiglia, all’asilo dalle suore, a scuola in paese e in campagna. Non è stato facile raccontare miserie, sofferenze, umiliazioni, privazioni, fatiche; è stato bello rivivere conquiste, gioie semplici, amicizie che si sono consolidate nel tempo,sapori, odori,ricordi.
I racconti sono stati registrati, trascritti, corredati con foto e disegni e sono apparsi sul blog mario.coviello.medium.com , sulla pagina WatsApp e Facebook dell’Associazione e hanno raggiunto un numero ragguardevole di visualizzazioni e letture perché rispondevano ha un bisogno vero di tante persone che vogliono andare oltre questa pandemia che continua a condizionare le nostre vite.
La narrazione ha rappresentato la via attraverso cui ricomporre la propria identità. Narrandosi agli altri, ciascuna delle protagoniste dei racconti si è ristrutturata, grazie ad un processo di negoziazione di significati. L’identità narrativa emerge tutte le volte che ci presentiamo e raccontiamo agli altri e a noi stessi, proprio perché ciascuno lo fa in modo unico e caratterizzante. Quando ci raccontiamo attuiamo al tempo stesso un processo di assimilazione e distinzione. Raccontandosi , scrivendo le proprie storie di vita, le donne dell’Associazione “ Donne 99” hanno irrobustito la fiducia in se stesse, si sono ritrovate compagne di vita, amiche .
Uno degli incontri si è svolto il 25 novembre 2021 Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e, sempre in cerchio e guardandosi negli occhi, queste donne hanno raccontato le “ violenze” subite, il rapporto con i padri ,le madri, le matrigne, i fratelli e le sorelle e poi con i mariti, i figli, la cura della casa, la cucina, le fatiche della vita di moglie, madre, nonna. Nella seconda parte del libro ci sono queste testimonianze.
Dalla fine di novembre il gruppo ha sentito la necessità di ripercorrere il Natale di ognuno di esse da bambina e nella terza parte di questo libro avrete la possibilità di ritrovarVI nelle gioie semplici che esse raccontano.
I racconti sono caratterizzati da un forte impatto emotivo e dalla trasmissione di valori ideali e culturali.
I bambini che vanno alla scuola dell’infanzia ancora non sanno leggere e scrivere, ma sanno raccontare la loro vita, a volte anche inventando episodi mai vissuti, mettendo in mostra competenze e abilità nel creare, ma anche nel mentire. La narrazione è il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l’essere umano fa uso nella sua esperienza di vita. Attraverso la narrazione, l’essere umano, fin da bambino, conferisce senso e significato alle proprie esperienze. La narrazione può anche insegnare, conservare il ricordo o modificare il passato. La narrazione come dispositivo interpretativo e conoscitivo diventa un ponte che può mettere in collegamento le generazioni.
L’associazione “ Donne 99” di Tito e UNICEF Potenza con questa pubblicazione mettono a disposizione delle scuola, delle giovani generazioni le esperienze di vita di generazioni passate. Fin da piccolo l’essere umano, di qualsiasi provenienza culturale, è in grado di apprezzare le storie; è sotto la forma di storia che egli gioca ed esprime il suo mondo. E’ per questi motivi che la narrazione svolge una funzione pedagogica essenziale e, a giudicare dalla sua tenuta nei secoli, fa bene alla mente rispettando il suo naturale processo di funzionamento. Per la sua forte valenza emotiva, la narrazione ha importanti e positive implicazioni sul piano psicologico. Quando ascoltiamo o raccontiamo una storia, ci sentiamo emotivamente coinvolti e possiamo gestire le nostre emozioni, attraverso modalità adeguate di espressione.
Sempre Bruner sostiene che “ Solo la narrazione consente di costruirsi una identità e di trovare un posto nella propria cultura. Le scuole devono coltivare la capacità narrativa, svilupparla, smetterla di darla per scontata poiché per la crescita dell’individuo è indispensabile individuare la propria identità culturale e sociale.”.
Con umiltà l’Associazione “ Donne 99 “ di Tito e UNICEF Potenza offrono queste testimonianze e sono pronti ad incontrare nelle scuole, nelle associazioni ricreative, culturali e sportive le giovani generazioni per una proficua crescita comune. L’uomo odierno ha “sete” di narrazione perché nella narrazione ritrova spazio e tempo per la propria vita. Raccontare e ascoltare racconti serve a stimolare continuamente processi di elaborazione, interpretazione e comprensione del nostro IO, riempiendo la nostra vita di emozioni.
Bella 13 gennaio 2022