Raccontare storie per costruire ponti. (2 ). Seconda parte.

Mario Coviello
3 min readMar 12, 2023

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Lunedì 21 marzo 2022 il cerchio dei racconti dell’Associazione “ Donne 99” di Tito ha cominciato a rivivere le tradizioni pasquali.La Pasqua 2023 si avvicina e abbiamo pensato di riproporre i ricordi delle “ragazze” dell’Associazione.Ecco le prime testimonianze.

Carmela Laurino :

“ Io sono nata nel 1959 e ricordo che il venerdì santo si rispettava il digiuno. In casa, grandi preparativi non ne facevamo. Ricordo che si facevano i biscotti con un centinaio di uova. Biscotti che io non sopportavo proprio. Infatti sono anni e anni che non ne compro e non ne facciamo più. Li odiavo perché per fare queste cose era necessario aiuto e bisognava farle il pomeriggio con le zie.Mia mamma lavorava e ricordo che i biscotti li dovevamo fare la notte.Una volta mi si sono fatte le bolle ai polsi perché lavoravamo io, mia madre e quella poverina di mia nonna. Le grandi quantità di biscotti erano necessarie perché bisognava regalarli a tutto il vicinato.Loro li portavano a te e tu dovevi portarli a loro.Il vicinato per la mia famiglia era importante. In famiglia eravamo pochi. Mia mamma aveva solo una sorella e a noi sono sempre piaciuti i rapporti con gli altri. Mia mamma Antonietta aveva il negozio e amava avere rapporti con tutti.

Dobbiamo anche ricordare che una volta c’era la tradizione del “ lutto” che durava almeno un anno dalla morte del parente. E durante il lutto i dolci non si facevano. Quindi il vicinato provvedeva. E mia mamma portava uova, biscotti, il “Vov”: ricordo questo liquore con le uova così buono. I biscotti erano grandi, rotondi e di un’altra forma che si chiamava “ forma biscotto”, pasta intrecciata. Mia nonna, oltre i biscotti, faceva il pesce che come sappiamo ha radici religiose. Ricordo che mio nonno la mattina di Pasqua voleva fare una bellissima colazione.Tavola apparecchiata, varie frittate , perché allora non si mangiava nemmeno il sabato, non solo il venerdì la carne. Venerdì astinenza e digiuno e il sabato si mangiava qualche cosina.

Mi piaceva andare in chiesa durante i riti della settimana santa.La Pasqua io l’ho vissuta da piccola solo grazie alla chiesa. Ricordo in particolare gli ultimi tre, quattro giorni della settimana santa. Quando era già più grande facevamo la Via Crucis. Quando ero piccola mia madre non mi poteva portare in chiesa perché lavorava. Anche da piccola partecipavo alla processione della Madonna nera, l’Addolorata del venerdì santo. La processione si faceva solo con la Madonna nera. Io, vivendo nella frazione di Tito scalo, per le funzioni dovevo venire in paese. Verso i venti anni abbiamo cominciato noi in parrocchia a fare le Vie Crucis bellissime, viventi, nelle quali veramente c’era preparazione e partecipazione.Da un pò di anni abbiamo chiuso pure questo e buonanotte. Per me queste celebrazioni erano importanti, io le sentivo e la popolazione ha risposto bene. Per fare queste cose ci vuole l’impegno di molte persone e, purtroppo l’impegno è venuto meno di parecchio e abbiamo finito di fare tutto.”

Lucia Noschese

“ Io ricordo oltre i biscotti che prima di Pasqua veniva il prete a benedire la casa e le pentole esposte in cucina di rame rossa, annerite dal fuoco e dalla polvere, le pulivamo con impegno per non fare brutta figura.La Pasqua annunciava la primavera e anche la casa si doveva preparare ad accogliere la nuova stagione. Andavo sempre in chiesa con mia madre che mi ha sempre portato, partecipavo alla processione dell’Addolorata e anche io portavo sempre in chiesa i miei nipoti quando erano piccoli.Ero impressionata dalle sofferenze di Cristo sulla croce perché credevo e credo in Lui.”

Tito 21.03.2022 e 12/03/2023.

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Mario Coviello
Mario Coviello

Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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