Raccontare storie per costruire ponti. ( Anno secondo).(12)

Teresa Scaglione e il pranzo di Pasqua con le botte.

Mario Coviello
3 min readApr 7, 2022

“ Io ho bei ricordi della mia infanzia. Sono la primogenita e ho due fratelli e da piccola sono stata sempre bene. I miei genitori hanno lavorato e a noi non è mancato nulla. Mia madre era di Pignola e per le feste andavamo sempre nel suo paese. Ricordo con nostalgia i miei pomeriggi dalle suore perché da loro facevamo tanti lavoretti, mentre all’asilo a Tito non ricordo che si facevano.Il pranzo di Pasqua si faceva a casa nostra con tutti i parenti ed era ricco perché mamma ci preparava antipasto, primo, secondo.E io avevo le botte perché non mangiavo carne, non mi piace molto e anche adesso sono così.”

Carmela Santopietro e “ Il tarallo grande” per gli uomini di casa.

“ Mia madre per fare questi benedetti biscotti cominciava un mese prima a raccogliere le uova e le metteva nel grano perché quando ero piccola non c’erano molti negozi. Li faceva nella settimana santa perché, se li preparava prima, li mangiavamo e poi non bastavano per Sant’Antonio e la Madonna del Monte.Durante la settimana santa si faceva tutto : pulizie, biscotti, focacce. E quando incominciò l’uso di fare il pan di spagna, cominciammo anche noi. E questo dolce si aggiunse alla pizza rustica e a quella con la ricotta dolce.

Ricordo che mia mamma, quando faceva i biscotti, ne preparava uno grandissimo che mio padre, che era un “ compagnone”, portava nella cantina per gustarlo con i compagni con un buon bicchiere di vino, durante una partita a carte. E i compagni di mio padre facevano a gara con lui per portare il biscotto più grande, più gustoso. Lo portavano a turno e lo gustavano senza le donne che restavano a casa, a “ fare il tarallo” ai loro uomini.

Il pranzo di Pasqua l’ho fatto da piccola sempre a casa. Mio padre era l’ultimo di sette, otto figli, i genitori erano morti quando era piccolo, io ero l’ultima , i miei fratelli erano già sposati e per questo il pranzo si faceva a casa nostra.Si preparavano le braciole al sugo,l’agnello al forno con le patate, biscotti e pizze e tutti insieme mangiavamo.

A Pasquetta non si andava da nessuna parte fino a quando ho cominciato ad uscire con le mie amiche perché mio padre diceva sempre “ Ho dormito tanti anni per terra in campagna, durante la guerra e ora che posso stare seduto comodo a casa mia devo andare in campagna a mangiare. Non ci pensate proprio” . Non si voleva mai muovere “ Non ci pensate proprio- ci diceva — Voi andate dove volete, io sto anche da solo perché sto bene a casa mia.” La mia famiglia è abbastanza grande e durante le feste veramente non ci siamo mai sentiti soli.”

Tito 4 aprile 2022.

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Mario Coviello
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Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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