Raccontare storie per costruire ponti. ( Anno secondo ) (14 ).
Rosetta Salvia e il suo “miracolo d’amore”, un “gateau caduto piano, piano..”
Il grano “ risciola “.
“ Parliamo di cinquanta anni fa. Allora il Natale, la Pasqua erano momenti straordinari perché noi vivevamo per le feste. Ci piaceva partecipare sia alle tradizioni religiose che alle usanze del paese. Quando arrivava la settimana prima di Pasqua andavamo in fibrillazione perché “mo dovevamo fare questo, mo dovevamo fare quello..”. Addirittura le nonne, le mamme che coltivavano la campagna conservavano a giugno il grano “ risciola”per i dolci di Pasqua.Questo grano pregiato si portava a macinare dal mugnaio e si passava con la “seta” perché non doveva contenere alcuna impurità.
La toma di campagna.
A Pasqua era tutto un movimento, tra preghiere, preparativi non c’era un attimo di tempo.A casa mia i biscotti si preparavano sempre prima della settimana santa perché mia madre era convinta che i forni dei giorni di Pasqua erano talmente roventi per tutta la gente che li usava e i biscotti non venivano bene. Preparavamo la pizza rustica con tutti gli ingredienti che si adoperano anche adesso. Ma allora la toma ce la portavano per tempo gli zii di mio padre dalle loro masserie. Si preparava anche la pizza dolce.
Il copriletto e le lenzuola ricamate.
Il venerdì digiuno con verdura, pasta in bianco, un pezzo di formaggio.La tradizione esigeva che le campane si svegliassero a mezzogiorno il sabato santo e mia madre per l’una preparava il fegato, le frattaglie degli agnelli in soffritto. Dovevamo mangiare in fretta perché la casa doveva essere assolutamente pulita per il prete che veniva per la benedizione o dalla piazza o dal convento e quindi “ guai a chi faceva “pur nu strisc p terr.”
Mia madre aveva del suo primo letto un copriletto verde acqua e lenzuola bianche ricamate con le iniziali L. S. (Lucia Santopietro ) con le quali preparava il suo letto matrimoniale. Dopo la benedizione ognuno riprendeva i preparativi per il giorno di Pasqua.
Il gateau per la promessa sposa.
Quando mi sono fidanzata la mia futura suocera mi ha portato il “gateau”, una torta dolce che per tradizione ricevevano le future spose la domenica delle palme. L’ho diviso a metà per farlo assaggiare alla famiglia dello sposo e l’altra metà doveva essere gustato dalle zie ed è stato posato su una tavoletta che ho messo in testa per portarla al piano superiore. Proprio alla fine delle scale ho perso l’equilibrio e il dolce è caduto piano piano a terra , per fortuna su un ballatoio. Terrorizzata l’ho rimesso sulla tavoletta e senza fiatare l’ho conservato. Nessuno aveva visto, né sentito nulla.
Quando sono venute le zie, mia mamma mi ha chiesto di andare a prendere il dolce ma io con una scusa ho mandato lei perché avevo paura che si accorgessero di quello che avevo combinato. Il dolce era buono, nessuno si accorse di nulla. Un vero miracolo d’amore.
Ho sempre pensato che il mio fidanzato con la palma, invece di spendere trentamila lire per la torta, poteva comprare un anello, una catenina d’oro. Allora i dolci non mi piacevano molto. Nonostante tutto quel movimento ricordo con nostalgia quei momenti di festa. “
Tito 4 aprile 2022.