Raccontare storie per costruire ponti. ( Anno secondo ) (1 6 )

Mario Coviello
3 min readApr 10, 2022

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Marisa Scavone e i biscotti di nonna Rosa

“ Con tanta nostalgia ricordo il periodo precedente la Santa Pasqua,sia dal punto di vista religioso,sia per ciò che riguardava le tradizioni dei preparativi di dolci e altre ricette culinarie. Erano giorni di gioia per la festa imminente,ma anche di meditazione per la morte di Gesù e la sua resurrezione . Nitido è ancora il ricordo di mia nonna Rosa che andava in campagna a lavorare , per guadagnare pochi soldi e poter comprare cento e più uova per fare i biscotti di Pasqua,le pizze rustiche e quelle dolci. Noi piccole partecipavamo alla lavorazione della pasta per i biscotti,e insieme ad altre signore del vicinato ,realizzavamo canestri di questi dolci tradizionali che si portavano a cuocere ai forni del paese.Per le vie era tutto un movimento di donne con le ceste che emanavano un profumo delizioso che poi si estendeva per tutta la casa per giorni.Allora i nostri biscotti si preparavano solo a Pasqua, ma oggi si trovano sempre negli scaffali delle panetterie,dei forni e dei supermercati,per cui si è perso quel valore della tradizione,il valore sociale e culturale del nostro paese. Il sabato santo si preparavano le pizze rustiche,con toma( lo scaldato),uova,salsiccia,ricotta ,formaggio grattugiato.Anche le pizze,tanti anni fa,si portavano a cuocere ai forni,ma rigorosamente si mangiavano il giorno di Pasqua,dopo che sulla tavola aveva troneggiato il capretto arrosto che a casa mia si spennellava con rami di origano imbevuti di olio e aceto. I riti religiosi della settimana Santa sono stati sempre molto sentiti; io ero felice di partecipare insieme alla nonna,e siccome si faceva tardi in chiesa,lei mi portava una “ scianga” di biscotto ,termine titese per indicare un pezzo rotto del biscotto intero,e lo mangiavo ,con la testa poggiata sulla spalla di nonna,e cercavo di non addormentarmi.Allora molta meraviglia destava in me la lavanda dei piedi il giovedì Santo,la processione della Madonna vestita di nero il Venerdì,e i canti che le persone anziane intonavano intorno al sepolcro.

Il sabato passava anche il sacerdote per la benedizione delle case: per l’ occasione in casa tutto doveva brillare,dal pavimento alle pentole,ai mobili,e si cacciavano le lenzuola ricamate perché anche il letto doveva essere “vestito a festa” col profumo di bucato fatto al fiume e asciugato sulle siepi.Tutto odorava di essenze naturali,e nei nostri cuori regnava solo pace e serenità.

Poi…la tanto attesa Pasquetta: se il tempo era bello,si portava tutto nel giardino di casa e il pane e frittata era quella che onorava la festa di Pasquetta. Sapori e tradizioni ormai perdute! Adesso i giovani fanno le uscite fuori porta,al mare,con amici,al ristorante,ma la gioia dell’ attesa,la semplicità,sono

Ormai cose di tempi lontani. Sono però convinta che nelle famiglie dove il senso religioso,la cristianità,i valori e i sani principi sono vivi,la Pasqua viene vissuta sempre come momento di rinascita,di riflessione e occasione per ritrovare se stessi in un’ epoca tanto difficile e di ideali così superficiali.

Tito 4 aprile 2022.

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Mario Coviello
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Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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