Raccontare storie per costruire ponti con UNICEF Potenza ( 18^ puntata)

Mario Coviello
3 min readNov 8, 2021

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L’assalto del 2 luglio di Maria Triani

Il 4 novembre, sul primo canale RAI, è stato trasmesso il docufilm “La scelta di Maria”, in occasione del centenario del Milite Ignoto. Conoscevo sommariamente la storia, ma non sapevo che la signora Maria Bergamas, madre del soldato Antonio Bergamas, morto durante la prima guerra mondiale, fu chiamata a scegliere il corpo di un soldato tra undici bare di caduti senza un nome: il Milite Ignoto. Ora riposa insieme agli altri dieci soldati, nel cimitero di guerra di Aquileia.

Le immagini del film hanno risvegliato in me vecchi ricordi, legati sempre ai racconti di mio nonno Francesco. In particolare, è riaffiorato un racconto che avevo rimosso, nonostante fosse collegato a un pellegrinaggio ad Avigliano che nonno ha compiuto fino all’età di 80 anni, ogni 2 luglio.

Canto: “Il modello 91”

Il fucile che noi portiamo è il modello 91,/quando spara non fa fumo,tutta l’Austria fa tremar./E Cadorna scrive e dice “Corri e chiama a te gli Alpini!”,/ma gli Alpini sono molto pochi/e i bersaglieri sono numerosi./Noi fantoccini coraggiosi/sempre pronti a guerreggiar!/Sulle Alpi del Trentino/contro l’Austria guerreggiam!

Partiva da questo canto nonno Francesco, con voce flebile, quasi parlasse a sé stesso e non a tutti noi. Raccontava un doloroso fatto di guerra: l’assalto del 2 luglio (se non ricordo male del 1916) sul Carso. Lo descriveva, il Carso, con le sue rocce che chiamava “pišcunë”, rocce che non sempre riuscivano ad essere un buon riparo per i soldati che combattevano strenuamente, mentre il monotono “ta-pum! ta-pum!” risuonava incessante nelle loro orecchie.

Se è vero, come dicevano gli antichi, che con un’ora si nasce e con una si muore, per nonno l’ultima ora era ancora lontana. Proprio quel 2 luglio, mentre si trovava con i suoi compagni nella trincea ed erano tutti stremati, affamati, e cercavano di farsi coraggio, stringendosi gli uni agli altri, all’improvviso arrivò l’ordine di andare all’assalto. Lui e un altro soldato erano feriti, anche se lievemente, e solo grazie alla benevolenza di un tenente medico, furono dispensati dall’azione.

L’intera compagnia fu massacrata: “Nessuno tornò vivo” erano le sue parole sofferte. Si sentiva quasi in colpa per essersi salvato, essendo rimasto in trincea. Non dimenticò mai quei compagni, li portava nel cuore, e spesso rivolgeva al Cielo una preghiera.

Nonno Francesco attribuì la sua salvezza alla protezione della Madonna delle Grazie e giurò che se fosse tornato dalla guerra ogni anno, il 2 luglio, si sarebbe recato ad Avigliano per ringraziare e pregare la Madonna. E così fece. Ogni anno, la mattina del 2 luglio, prendeva la littorina dalla stazione superiore di Potenza e, giunto in paese, si recava nella cappella dedicata alla Vergine, ringraziava per la sua salvezza e continuava a pregare per quei poveri figli che non erano più tornati a casa. Pregava la Vergine perché illuminasse le menti degli uomini, perché non scoppiassero più guerre e gli uomini potessero risolvere pacificamente qualsiasi contesa.

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Mario Coviello
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Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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