Raccontare storie per costruire ponti.Fratellanza e sorellanza.21.
Assunta De Stefano racconta.
Mi chiamo Assunta De Stefano e ho 79 anni. In famiglia eravamo otto figli. Ho avuto quattro fratelli: Rocco, Pasquale, Valentino e un altro fratello,di cui non ricordo il nome, nato dopo di me che sono la penultima, che è morto per una intossicazione dopo aver mangiato carne di maiale. Quattro le sorelle: Rosa, Maria, Vincenza e Assunta che sono io, unica sopravvissuta di tutta la famiglia.
Non abbiamo potuto giocare insieme perché c’erano sempre tante strade da prendere, eravamo sempre separati perché, fin da piccoli, dovevamo lavorare per aiutare la famiglia.Mio nonno aveva una masseria e ricordo che mio padre, anche se piccolo di statura, in quei campi si ammazzava di fatica dalla mattina alla sera.
Fin da piccoli avevamo i nostri impegni: chi guardava gli animali, chi era impegnato nei campi. Non avevamo tempo per stare insieme, per giocare. Da piccola zappavo la terra e guardavo le mucche. Mentre lavoravamo potevamo scherzare un poco, ma c’era sempre tanto da fare. Anche la sera c’era chi si ritirava e chi no perché rimaneva nei campi a guardare gli animali al pascolo. Accanto al fuoco, seduti attorno ad un tavolo, mangiavamo tutti in un piatto, prima i grandi a partire dal nonno, poi tutti i maschi e poi le femmine, sempre impegnate a servire quello che c’era.
Io ero l’ultima, la più piccola e sono stata sempre un poco coccolata. Ricordo che mio fratello, il primo, una volta che facevo i capricci e non volevo mangiare tagliolini e fagioli, mi prese a calci come se fossi stata un pallone e mi fece volare in mezzo alla casa mentre gridava :“ La devi finire, questi sono capricci! ”Per fortuna non mi sono rotta la testa, ma ricordo ancora oggi il grande spavento che ho preso.
Non ci mancava niente ma lavoravamo sempre. In un letto dormivano noi tre sorelle, mentre i fratelli, separati da noi, dormivano sulle casse, con materassi di foglie di granturco. Non facevamo colazione, mangiavamo per strada un poco di pane.Io ero l’ultima e con il mio primo fratello ci sono 25 anni di differenza. Anche per questo posso dire che eravamo uniti ma la differenza d’età e le fatiche della campagna non ci hanno permesso di stare insieme come avremmo voluto.Io poi sono andata a lavorare a tredici anni, facevo mattoni in una fabbrica qui a Tito e poi mi sono sposata.
Ho fatto la quinta elementare, ero brava e prendevo sempre i premi. Le mie sorelle e i miei fratelli sono andati a scuola, ma non sono arrivati in quinta come me.Sono stata in famiglia fino a quando mi sono sposata, a 24 anni, nel 1964. Siamo andati sempre d’accordo anche quando il nostro primo fratello ha diviso fra noi la casa, i terreni e io, che me ne dovevo andare in Svizzera subito dopo il matrimonio, ho avuto un milione di lire che ho utilizzato per assicurare alla mia famiglia una certa tranquillità.
Tito 12 ottobre 2022.