Raccontare storie per costruire ponti. Fratellanza e sorellanza. 2.
Maria Triani dell’Associazione “ Donne 99” di Tito, in casa per il covid, ha scritto per tutti noi delle sue sorelle e di suo fratello. Ecco il suo racconto.
Fratellanza e sorellanza
Mi chiamo Maria Triani, ho 68 anni, vivo a Tito, ma sono nata a Potenza in una famiglia numerosa. Mamma Vita e papà Enrico, in tredici anni di matrimonio, hanno messo al mondo cinque figli: Tanino, Maria (io), Margherita, Palmina e Franca.
La mia casa era sempre piena di armonia. Noi bambini organizzavamo tanti giochi utilizzando materiali poveri, oggi potrei dire “le cianfrusaglie Agazziane “. Eravamo molto affiatati e i più grandi stavano attenti ai
più piccoli, spiegando perché alcune cose si potevano fare ed altre no. Ricordo ancora che quando mia sorella Franca aveva meno di un anno ed io ne avevo dieci, i miei genitori, che avevano una impresa di
pulizie, si recavano al lavoro alle tre del mattino e rientravano alle otto e trenta, in tempo perché noi tre più grandi andassimo a scuola.
Mamma, prima di uscire, veniva a svegliarmi e mi faceva mettere nel lettone dove Franca dormiva, per essere sicura che se si fosse svegliata avrei potuto occuparmene. Fra noi non esistevano gelosie, ma eravamo bambini e spesso bisticciavamo per il possesso di un gioco o per chi poteva
guardare la TV sdraiato sul divano.
I miei genitori ci rimproveravano quando bisticciavamo, perciò per farci dei dispetti cominciammo a chiamarci con dei nomignoli che secondo noi rispecchiavano una imperfezione. Ci arrabbiavamo lo stesso,
ma non ci picchiavamo.
Crescendo, ognuno di noi ha fatto un proprio percorso, ha avuto le sue amicizie, ma nessuno è riuscito a scalfire il legame e la complicità che abbiamo fra di noi da sempre.
Non sono mancate, negli anni, divergenze di vedute, ma sono state superate col buonsenso e l’ amore che ci lega e che, come dice mio fratello, ci fa essere “ un pugno”. Noi siamo le cinque dita della stessa mano e
insieme ci stringiamo: siamo forti, siamo un pugno.
Concludendo questo breve racconto, posso dire di avere un rapporto privilegiato con tutti i miei fratelli, ognuno mi ha dato e continua a darmi tanto: Tanino (la roccia) è la spalla paziente sulla quale appoggiarmi nei momenti di panico. Mi rassicura.
Margherita (il porto) era, purtroppo non c’è più da due anni, la dolcezza, l’accoglienza, la generosità. La sua casa e le sue braccia erano sempre aperte. Mi faceva sentire speciale.
Palmina (il sole) è l’energia, il calore, l’ allegria. È la spinta per andare avanti nonostante tutto. Mi fa sentire giovane.
Franca (l’ arcobaleno) è ancora la più piccola, da proteggere. Mi apre gli occhi su una grande vetrina piena di novità: fiori, monili, profumi, dolciumi, rimedi casalinghi. Stimola la mia curiosità.
Ora mi chiedo: cosa sono io per loro?
Tito 22 settembre 2022.