Raccontare storie per costruire ponti. Innamoramento e amore. (15)

Mario Coviello
3 min readMay 17, 2022

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Maria Carmela Iacovino “ Alla fine siamo ancora qua… “

“ Io e la mia amica c’eravamo innamorate dello stesso ragazzo, eravamo d’accordo, ci siamo dette : “ Ci vogliamo fidanzare con quello..insieme?” Non c’era gelosia. “ Ci piaceva quel ragazzo..ci fidanzammo, ma tra noi perché il ragazzo non sapeva niente..

Il mio primo innamoramento serio è avvenuto quando mio fratello ha cominciato a portare in casa nostra un suo amico, avevo tredici anni. E portalo oggi, portalo domani,ci siamo innamorati.Bello non era, adesso che ci penso mi chiedo “ Come ho fatto ad innamorarmi proprio di quello ? Non era bello e aveva pure un brutto vizio: gli piaceva bere. Giuseppe aveva cinque anni più di me e nella mia famiglia nessuno voleva. Mio padre diceva “ Questo lascialo perdere perché se si mette a cavallo alla botte nessuno lo toglie più “.

Mi piaceva perché aveva gli occhi celesti..eravamo ragazze e non sapevamo nemmeno noi se eravamo veramente innamorate. Mio fratello era arrabbiatissimo e da allora con questo amico non si sono parlati più perché gli diceva “ Io ti porto a casa mia e tu approfitti .” Noi due ci guardavamo la sera, ci guardavamo, e due volte ci siamo baciati. La mia amica, quella con la quale ci eravamo fidanzate insieme, mi veniva a chiamare con la scusa di andare a fare un servizio e mia mamma mi mandava perché ero con lei. E così potevo parlare con Giuseppe e due baci ci sono stati.

La sua mamma non voleva perché non eravamo ricchi; suo figlio si doveva sposare con una ragazza che quando arrivava lei in casa della sposa “si doveva sedere sui cuscini d’oro”, così diceva . In casa mia c’erano appena le sedie. Il padre di Giuseppe aveva, invece, un grande rispetto della mia famiglia. Poi ha cominciato il servizio militare e io sono andata a lavorare e questa storia che è durata tre, quattro anni è finita così.

Andando a lavorare conobbi un ragazzo di cui ero veramente pazza, è stato il mio grande amore..diciamo…. Con il mio futuro marito siamo coetanei, abbiamo tredici giorni di differenza, ed eravamo vicini di casa. Mi voleva da quando avevamo due, tre anni, giocavamo insieme e mi veniva sempre dietro, ma a me non piaceva proprio.

Quando tornava dalla Svizzera, dove era andato a lavorare, ci vedevamo sempre, passeggiavamo, ci confidavamo. Gli raccontavo che ero innamorata di questo ragazzo. Lui mi ascoltava, sempre amici siamo stati e poi, una volta, ballammo insieme al matrimonio di mio fratello. E da allora cominciò a mandarmi cartoline dalla Svizzera, dalla Germania con la frase ” Da uno che ti pensa sempre “. Cartoline anonime, non si firmava.. E poi..quando sai che c’è l’interesse, piano, piano ti interessi e alla fine si è dichiarato, dicendomi che era lui che mi aveva mandato le cartoline.

Mia madre, vedendo che non ero convinta, mi diceva sempre “ Questo è uno che ti fa mangiare pane…è una persona seria, su cui puoi contare. All’inizio non era proprio quello a cui aspiravo. Poi, piano, piano mi sono affezionata e alla fine siamo ancora qua.”

Tito 9 aprile 2022

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Mario Coviello
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Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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