Raccontare storie per costruire ponti. Innamoramento e amore (6).
Assunta De Stefano in Triunfo, 83 anni, racconta il corteggiamento negli anni 50 del secolo scorso.
“ Sono Assunta De Stefano in Triunfo. Sono nata nel 1943, alla fine della seconda guerra mondiale. Erano tempi di miseria, malattia e di famiglie numerose. Si moriva facilmente da piccoli perché non c’erano le cure adatte.Sono l’ottava figlia e mia mamma era sempre affaccendata; il primo figlio cresceva i fratelli e le sorelle che venivano dopo.
Ai miei tempi si viveva senza libertà, sempre sotto la disciplina, si godeva poco. Venivano i ragazzi grandi nel quartiere a suonare l’organetto e si dava loro un bicchiere di vino e qualche soldo. Si ballava e per conoscersi solo qualche domanda : “Chi sei, cosa fai ?”, da lontano, senza avvicinarsi.
Noi ragazze eravamo sempre accompagnate dai fratelli, scambiavamo solo qualche parola, altrimenti, poi, a casa si facevano i conti. Occhiate d’intesa per mettersi d’accordo e poi in casa arrivava “la masciata”, l’imbasciata: una persona che dichiarava il sentimento d’amore e l’intenzione di fidanzarsi in casa. La famiglia considerava se il pretendente era un buon partito, se aveva un lavoro, dei beni, per far vivere bene la figlia. Poi decideva e si dava la risposta positiva o negativa.
Dopo la guerra erano tempi tristi e, piano piano, negli anni cinquanta era cominciata l’emigrazione, sia in Italia che all’estero e tutto è migliorato. Io stavo bene in famiglia, ero una bella ragazza, la quarta femmina in casa.
Il mio futuro marito era un mio parente , aveva lo stesso cognome di mio padre e soprattutto era emigrato e per questo la mia famiglia era contraria al matrimonio. Non volevano che lasciassi la famiglia a Tito per emigrare in Svizzera. Io ero innamorata di quel bel ragazzo e nel 1964 mi sposai a gennaio ed emigrai. A quei tempi le mogli degli emigrati rimanevano a Tito, io avevo la quinta elementare, era aperta di carattere, aveva imparato a ricamare dalle suore, frequentavo l’Azione Cattolica, cantavo nel coro, ero diversa dalle mie sorelle.
A novembre dello stesso anno nacque Raffaella, la mia prima figlia, nel 1968 il secondo figlio Giovanni.In Svizzera lavoravo in fabbrica, ho preso la patente, ma ero costretta a lasciare i miei figli a una famiglia italiana la mattina e li riprendevo la sera. Ho sempre guardato avanti e non mi sono mai fermata. E oggi come moglie, madre e nonna posso dire che sono contenta della mia vita.
Tito 28 aprile 2022.