Raccontare storie per costruire ponti. Secondo anno.(3)
L’Associazione “ Donne 99” di Tito, in questo periodo di Quaresima, ripropone le tradizioni pasquali di Tito, narrate dalle socie.
I ricordi delle tradizioni pasquali di Angelina Scopa: “ Il gateau, la torta grande che veniva da Potenza.”
“Ricordo con piacere una Pasqua di tanti anni fa, la Pasqua quando si doveva sposare mio zio Pasquale. Abbiamo fatto i biscotti una settimana prima delle domenica delle Palme dal papà di mia mamma. Dovevamo fare i biscotti anche dai nonni di mio padre e quindi li abbiamo preparati per i primi il lunedì e per gli altri il giovedì. Dai nonni paterni si doveva sposare un fratello di mio zio. Abbiamo preparato questi biscotti e ricordo che la domenica delle Palme a Tito c’era la tradizione che alle spose si portava il “gateau”, una torta grande. I nonni di mia mamma la torta l’avevano ordinata a Potenza perché una cognata di mia zia abitava vicino ad una pasticceria. Mia mamma chiese a mia nonna se la volevano far fare anche loro a Potenza. Mia nonna disse “ Eh no, falla fare dal “pasticciere”, così chiamavamo una persona di Tito. La torta, secondo la tradizione doveva essere ricoperta con glassa bianca.
Quando il sabato io sono andata dall’altra nonna e ho visto la torta venuta da Potenza, subito ho detto “ Quanto è bella, ha i fiorellini sulla glassa.” Con mia mamma siamo andati a prendere la torta dal “pasticciere” e io, che avevo sei anni, appena l’ho vista ho detto “ Mamma, che schifo. Non è come quella che ha portato Nunziata da Potenza, con i fiorellini sopra la glassa bianca..” Quella del “ pasticciere” aveva sopra solo molti confettini.
La domenica mattina ho avuto il compito di portare la torta con mia mamma. A casa della futura sposa ci hanno offerto il caffè, allora si faceva con la macchinetta napoletana e il caffè diventava freddo prima di riuscire a gustarlo. Prendemmo questo caffè e tornammo a casa con metà della torta che avevamo portato, perché così voleva la tradizione. Arrivate da mio nonno abbiamo assaggiato la torta, era buona ma…Quando sono andata dagli altri nonni, proprio in quel momento mia zia portava anche lei un pezzo della torta che veniva di Potenza e mia madre fu la prima a riconoscere, dopo averla assaggiata, che era molto più buona di quella del “pasticciere”, sia per la presenza che nella sostanza: profumava di un liquore diverso, aveva un sapore veramente buono. Naturalmente la torta di Potenza costava il doppio di quella di Tito.
E’ questo un ricordo così vivo. Ancora vedo quella torta quando l’hanno aperta per farcela vedere. E quando ero fidanzata ricordavo sempre a mia madre la torta di Potenza, ma, purtroppo, l’usanza di portare la torta alla promessa sposa la domenica delle Palme non c’era più.
Tito 21 marzo 2022 e 14 marzo 2023