Raccontare storie per costruire ponti con #UNICEF Potenza ( 3^ puntata).

Mario Coviello
3 min readOct 21, 2021

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Carmela Laurino e Marisa Scavone dell’Associazione “ Donne 99” raccontano.

Carmela Laurino è più giovane del gruppo ha 62 anni :

Carmela Laurino

Un prigioniero in Russia durante la seconda guerra mondiale

“ Io sono nata nel 1959 e i miei nonni non hanno preso parte a nessuna delle due guerre mondiali, quindi non ho ricordi della guerra dai loro racconti. Sì alcune volte parlavamo dei tempi della guerra, ma fortunatamente le loro famiglie non avevano patito né fame, né miseria. Mi raccontavano che fra loro c’era una grande solidarietà ed i loro beni erano messi a disposizione di chi ne aveva bisogno.

Quando ero piccola mi piaceva ascoltare da un amico di famiglia Michele Anneto la sua storia di prigioniero di guerra in Russia.

Michele Anneto

Ci raccontava che era stato preso prigioniero ed era stato scortato dall’Armata russa e che il tragitto era stato molto lungo e tanti erano caduti sfiniti e congelati. Lui in Russia aveva lavorato in un campo di concentramento e patito terribilmente la fame. Mi raccontava che alcuni giorni mangiavano solo le bucce delle patate che erano costretti a pelare per i soldati russi. Con quello che riuscivano a trovare si soccorrevano e si assistevano fra di loro. Nei suoi ricordi c’era il freddo, la fame, i pidocchi, la neve, la paura. Lui e molti altri arrivarono a perdere più di quaranta chili e quando Michele tornò in Italia era sfinito e incredulo di essersi salvato.La mamma, per fargli riprendere le forze, gli faceva mangiare dieci uova al giorno.

Nonostante le sofferenze la Russia gli rimase nel cuore e volle fare ormai vecchio un viaggio per rivederla dopo tantissimi anni. “

Marisa Scavone , 71 anni :

Due piedini freddi e un’automobile fantastica.

“ Ricordando la mia infanzia non posso che dire che è stato un periodo molto, ma molto felice e spensierato. Ricordo soprattutto i momenti vissuti con la mia famiglia composta da nove persone: due nonne, una zia, i miei genitori e noi quattro figli.

Vivevo in una casa grande ma molto fredda. Per riscaldarci c’era solo un grande fuoco e la sottoveste di tela delle mie nonne sotto cui mettevo i miei piedini freddi, dormendo molto spesso insieme a loro. Quello stare tutti insieme, noi bimbi con le nonne, rendeva pienamente il senso del calore familiare.

Facevamo il bagno il sabato, dopo aver preso l’acqua alla fontana pubblica. L’acqua si scaldava sul fuoco e a turno, prima i più grandi e poi noi piccoli, venivamo strofinati con il sapone fatto in casa in una grande caldaia vicino al fuoco.

Ricordo ancora quando io e mio fratello più grande trasformavamo un cassettone della cucina in una automobile, utilizzando due cuscini come sedile e un cerchio di ferro come volante. E la macchina correva come la nostra fantasia. Tutto quello che riuscivamo a fare da bambini era frutto della nostra immaginazione e della ricchezza che scoprivamo nelle piccole cose. “

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Mario Coviello
Mario Coviello

Written by Mario Coviello

Dirigente Scolastico in pensione e Presidente del Comitato Provinciale di Potenza dell’Unicef. Racconto quello che faccio e che vedo. Leggo passeggiando.

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